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Parte da Novara la sperimentazione Regione Piemonte – Conoe per incrementare la raccolta degli oli da cucina esausti domestici

Prende il via da Novara una sperimentazione per incrementare la raccolta degli oli da cucina esausti domestici nell’ambito del protocollo sottoscritto il 5 giugno 2020, Giornata Mondiale dell’Ambiente, dall’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati e dal presidente del Conoe, Tommaso Campanile, durante un evento virtuale nel castello di Novara al quale hanno partecipato anche il sindaco Alessandro Canelli e i Presidenti Assa S.p.A. Yari Negri e di Legambiente Piemonte Giorgio Prino .

«Novara si conferma punta di diamante, tra i capoluoghi piemontesi, nel rispetto e nella tutela dell’ambiente – osserva il presidente di Assa, Yari NegriGli ottimi risultati raggiunti in questi anni nella differenziazione dei rifiuti verranno implementati ulteriormente da questa sperimentazione pilota sulla raccolta degli oli esausti. Sono convinto che le modalità con cui verrà condotta porteranno ottimi risultati destinati a consolidarsi nel tempo».

Attraverso il protocollo siglato tra Regione e Conoe, Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli esausti, verrà avvivata su tutto il Piemonte una campagna di comunicazione sul recupero differenziato di questo materiale. «Fino ad oggi – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, il novarese Matteo Marnati – è stata sottovalutata la possibilità di recuperare gli oli da cucina esausti domestici per farli diventare una risorsa come ad esempio il biodiesel che porterebbe un risparmio di 192 milioni sulle importazioni di petrolio a livello nazionale e 92 milioni sulla bolletta energetica».

La campagna muove il suo primo passo proprio da Novara portando a 4 i centri di raccolta in città, a cui corre in parallelo un progetto pilota di raccolta all’interno di un condominio.

 «Attueremo il protocollo appena sottoscritto approfittando anche dell’avvio della raccolta puntuale nel quartiere Ovest – spiega il sindaco CanelliParallelamente, in un condominio, in accordo con gli amministratori, partirà questa sperimentazione che cercheremo poi di estendere a tutta la città. Un’ulteriore iniziativa di attenzione e di cura dell’ambiente che si affianca agli importanti risultati della raccolta differenziata conquistati in questi anni».

La raccolta di questo scarto destinato alla raffinazione da parte di aziende specializzate, in Piemonte oscilla da 283 tonnellate del 2013 a 444 del 2019, ma che secondo il Conoe potrebbero diventare 7.399 aggiungendo le utenze domestiche con una raccolta media di 1,7 litri pro capite all’anno.

«Ben venga qualsiasi intervento per incrementare la raccolta differenziata – ha osservato il presidente di Legambiente Piemonte, Giorgio Prino –  la Regione Piemonte, nonostante alcune aree d’eccellenza quali il Consorzio Chierese e il Consorzio del Basso Novarese, è ancora in ritardo sugli obiettivi di legge fissati per il 2012 con alcune zone molto lontane dal 65%. Il protocollo firmato oggi è un tassello culturalmente importante nell’affermare la centralità della raccolta differenziata che, è bene ricordarlo: garantisce il raggiungimento degli obiettivi di riciclo previsti dalla UE; quando fatta bene, soprattutto se in accoppiata con la tariffazione puntuale, è il sistema economicamente più vantaggioso, anche per i cittadini (come certificato dalla IC49 dell’AGCM); impedisce il prolificare di impianti di incenerimento e discariche, dannosi per ambiente, salute e per il Sistema Paese intero»

«L’accordo siglato oggi con la Regione Piemonte rappresenta un impegno concreto di tutti i soggetti coinvolti nella filiera del recupero degli oli vegetali esausti, primo fra tutti il Conoe – ha dichiarato il Presidente del Consorzio, Tommaso CampanileQuesto rifiuto rappresenta una enorme risorsa se oggetto di pratiche di recupero corrette, consapevoli e costruttive. È un dovere prioritario procedere a costruire intorno a questa tematica una coscienza collettiva improntata ai principi della salvaguardia ambientale che inizia, in prima battuta, con la sottrazione di questo rifiuto a pericolose pratiche di dismissione incontrollata per arrivare ad una riconversione in biodiesel, con conseguenze positive in termini di emissioni di gas serra».